Project Description

2006 – Il Corvo

Regia:  Michele Modesto Casarin
Drammaturgia:  Michele Modesto Casarin
Musiche originali: Andrea Mazzacavallo
Scene e Costumi: Licia Lucchese Caterina Volpato
Maschere: Stefano Perocco di Meduna
Coreografie: Giorgio Rossi
Produzione: Compagnia Pantakin Teatro Stabile del Veneto
In collaborazione con: La Biennale di Venezia Teatro
Con: Roberto Serpi, Tommaso Benvenuti, Marta Dalla Via,  Manuela Massimi, Stefano Tosoni, Michele Modesto Casarin, Laura Graziosi

Lo spettacolo è “Il Corvo” , fiaba teatrale di Carlo Gozzi, questo è il primo testo interamente scritto da Gozzi, non più “sceneggiatura – canovaccio” come ne “L’Amore delle tre Melarance”, ma testo teatrale vero e proprio che seleziona definitivamente i momenti centrali della storia e stabilisce esatte gerarchie tra le maschere. E’ proprio con “Il Corvo” che Gozzi intende dimostrare che le sue rappresentazioni teatrali non erano solo “triviali buffonerie da plebaglia”, ma che possedevano “l’arte della rettorica e l’armoniosa eloquenza che potevano ridurre un puerile falso argomento, trattato in aspetto serio, all’illusione di una verità”. Ed ecco: il tragico accanto al grottesco, il verso accanto alla prosa, il più cruschevole linguaggio italiano alternato al più rude e triviale vernacolo veneziano, la libertà della commedia dell’arte e il rigore del teatro classico. “Il Corvo”, però,  più che una vera e propria commedia dell’arte è costruito secondo un particolare modo di sentire e di sperimentare le maschere, che sono rivissute e riproposte in rapporto alle esigenze di rinnovamento delle scene moderne. L’espressione scenica, è una trasfigurazione della realtà in astrazione della “parola – detta” e la musica si inserirà come elemento ritmico a guidare il gesto. La messa in scena prevede otto personaggi: accanto agli “alti” ed inediti personaggi di Millo ed Armilla entrano naturalmente in scena gli “Zanni” Tartaglia e Balia ed il “Magnifico” Pantalone, simboli sociali e morali dell’umanità, svincolati dai legami del tempo e dello spazio, “tipi fissi” nei quali il pubblico si riconosce.